L’Espresso propone uno stupidario di dichiarazioni politiche (vari partiti) sul terremoto; in alcuni casi sono semplicemente battute stupide, in altri c’è il distillato di falsità che già conosciamo, dai terremoti prevedibili, ai terremoti causati dall’opera umana, fino al declassamento della magnitudo per non pagare la ricostruzione. Su quest’ultima balla si è distinta in particolare la senatrice Enza Blundo (M5S), che costretta dal suo gruppo a ritrattare lo fa a bocca stretta continuando, nella sostanza, a ribadire la sua falsità (non compresa come tale). Vorrei partire proprio da qui perché, rispetto alle centinaia di bufale clamorose che leggiamo quotidianamente, dovrebbe essere questa una delle più facilmente smentibili facendo riferimento a norme del governo Monti proposte ma mai approvate; il governo risarcisce tutti i danni indipendentemente dal valore stimato della scala Richter. Perché Enza Blundo non controlla correttamente come stanno le cose, visto anche che su tale falsità c’è stata ampia copertura informativa con citazione delle fonti, facilmente reperibili?
Allarghiamo lo sguardo verso il complottismo (già trattato QUI in termini generali): non siamo mai veramente stati sulla Luna; le torri gemelle furono un complotto della CIA; siamo governati da un Nuovo Ordine Mondiale… Ci potete aggiungere credenze non necessariamente complottiste come l’esistenza degli alieni, la parapsicologia eccetera. Qui siamo su un campo diverso, naturalmente, dove delle mere speculazioni, non sostenute da accertamenti verificati, sono considerate vere; dove elementi giudicati “non spiegabili” vengono forzosamente spiegati entro una cornice giustificativa altrettanto inverificata ma suggestiva; qui la domanda diventa: ma perché preferire una credenza pittoresca alla semplice verità? Una semplice verità che potrebbe anche essere “per ora non so rispondere, aspetto più elementi, ma certamente la tua verità è indimostrata”. Insomma: fra credere agli alieni, credere che lo stato manipoli i dati sui terremoti, credere che i vaccini facciano male e via discorrendo c’è una continuità di ragionamento fallace che trova linfa ed energia da due fattori contemporanei: 1) la comunicazione 2.0; 2) il diffuso sentimento anti- (anti-politico, anti-istituzionale, anti-scientifico…) per cui il mondo è marcio e cattivo e dobbiamo contrastarlo negando ciò che propone.
Non partirò spiegando in dettaglio le fallacie logiche perché le trovate in molte pagine internet; oltre alla solita Wikipedia esiste anche un sito dedicato; giusto per i più pigri ne propongo alcune fra le più usuali (utilizzo la terminologia di Fallacielogiche.it):
- Fallacia ad hominem: rifiutare un’argomentazione sulla base del giudizio negativo di chi la propone;
- Tu quoque: la tesi proposta è ritenuta falsa perché ritenuta incoerente con le azioni di la propone;
- Spaventapasseri: si replica non già alla tesi proposta ma ad un’altra, minore, che ha un relazione logica con la principale;
- Pendio scivoloso: affermazione sulla connessione logica, o sequenziale, fra due eventi, lasciando indimostrati i passaggi logici della connessione;
- Bandwagon: è vero perché lo dicono tutti.
Il sito citato ne propone 356: alcune sono sfumature, altri sono errori assai gravi che inducono a ritenere “vere” tesi insostenibili.
Nel meraviglioso terzo millennio 2.0, in un’epoca in cui la complessità sociale aumenta esponenzialmente come l’ignoranza e la disinformazione, è chiaro che le fallacie logiche soffiano sempre più impetuosamente sul Web. Non si tratta banalmente di aggiornare lo stupidario collettivo; le fallacie logiche sono alla base del complottismo bufalaro e della credenza, sempre più diffusa, di teorie antiscientifiche come quelle del collegamento fra vaccini e autismo; sono alla base della nostra crescente incapacità a convivere e a comprendere la democrazia, che viene semplificata e distorta per combaciare con le nuove credenze degli indignati, i nuovi veri credenti sempre pronti a difendere battaglie insostenibili e posizioni ridicole, senza imbarazzo e forti della forza che dà un gruppo sociale sempre più numeroso. Vediamone alcuni aspetti.
Il Potere è malvagio, tutto ciò che ne discende è falso. Questa è la base di molteplici fallacie logiche, in un certo senso il prius indimostrato che fornisce giustificazione a molte altre; che il potere sia tendenzialmente malvagio è creduto da sempre, e ci sono innumerevoli prove in ogni epoca sulle malefatte e le prepotenze dei potenti. Abbiamo impiegato diversi secoli per progredire verso forme di comunità in grado di fornire alcuni anticorpi (non sufficienti), sistemi di controllo incrociati, basi decisionali allargate; è ciò che chiamiamo democrazia, con tutte le debolezze che dimostra. Ma generalizzare questo concetto, renderlo assoluto e indiscutibile, e contrapporvi semmai un “noi” puri e nobili e veridici che combattiamo il male e la menzogna, ecco: questo è un cancro che impedisce a Enza Blundo di concepire una verità diversa da quella di Renzi che abbassa i dati del terremoto per non pagare i danni. È quella degli antivaccinisti che ritengono che i vaccini siano una congiura delle case farmaceutiche. È quella degli oppositori alla nuova Costituzione perché servirebbe solo a trasformare Renzi in un nuovo Mussolini (diverso chi si oppone per ragioni di merito giuridico o amministrativo). Questa fallacia paranoica è difficile da controargomentare per queste ragioni: è opinione diffusa (ma non per questo sempre vera) che il potere sia malvagio; che lo sia sempre; che voglia sempre e solo il nostro male per ragioni oscure delle quali non importa sapere nulla; conseguentemente ci indigniamo e, in quanto indignati, abbiamo ragione e diritto a dire “No”. È un coacervo di fallacie, come avrete notato. Fra tutte brilla l’elemento del confondere il tutto con le sue parti, il concetto generale coi casi empirici. Non è mai “il potere” ad essere malvagio; ‘potere’ è un concetto astratto; sono le persone reali che possono esercitare il potere in maniera più o meno malvagia. Chi generalizza spesso è in grado di citare i soliti due-tre casi eclatanti, ampiamente trattati sui mass media, ignorando le centinaia di casi di onesti politici che cercano di servire il paese.
Il Potere ci nasconde la verità, quindi la verità istituzionale è falsa. Un corollario della fallacia precedente che riguarda nello specifico l’informazione e la conoscenza che abbiamo delle cose. Se quel potere – come detto – è malvagio, è chiaro che ci nasconde le cose, che ciò che sappiamo è falso. E se tutto è falso ho il diritto di contestare le verità ufficiali e cercare da me una mia verità. Le conseguenze di questa fallacia sono disastrose perché riguardano sia il crescente atteggiamento antiscientifico (no ai vaccini, no ai sismologi…), il complottismo (le torri gemelle le ha fatte cadere la CIA…), gli alieni (sono fra noi ma il potere lo nega) e così via. La conseguenza più grave riguarda la perdita di credibilità degli scienziati. Un qualunque generico “esperto” su YouTube che sostenga una balla interessante viene cliccato milioni di volte, mentre un ricercatore serio e accreditato che cerchi di confutarlo viene accusato di servire il potere (perché sostiene una verità giudicata istituzionale, e non la più appetibile verità alternativa). Chiunque ritiene di poter dire qualunque cosa, e se gli si chiede conto di prove, dati, argomenti, non solo non li fornisce ma si ritiene offeso perché la sua opinione vale qualunque altra, anche di un premio Nobel.
La netta confusione fra plausibilità, probabilità e certezza chiude il cerchio. Il concetto di ‘verità’ è assai controverso ma almeno a livello scientifico è “vero” (in senso relativo) ciò che corrisponde all’osservazione documentata e non si è ancora provato come falso; gli scienziati non parlano neppure di ‘verità’, ma semplicemente di validità delle loro ipotesi. Le ipotesi restano tali (possibili) finché non ci sono prove a loro sostegno, e vengono poi rigettate quando nuove prove sconfermano le precedenti. Un astrofisico ti può dire quanto sia “probabile” trovare dei pianeti simili alla Terra, e possibile (ma scarsamente probabile) che esistano civiltà aliene tecnologicamente avanzate in imminente contatto con i terrestri. Questa vaghezza (che al momento non può in alcun modo diventare certezza) si trasforma in plausibilità sommando elementi non collegati quali le antiche testimonianze azteche (interpretate in senso alieno), Stonehenge, i filmati di YouTube dove pretesi esperti e testimoni parlano di Area 51 e via discorrendo. Tutto assieme rende (fallacemente) plausibile immaginare l’esistenza oggi, fra noi, di extraterrestri, e comprendete come ‘plausibile’ finisca coll’assomigliare a verosimile e quindi a VERO. Una grande responsabilità l’hanno le testimonianze visuali. Su History Channel ho visto poche sere fa una trasmissione sugli alieni e le presunte testimonianze archeologiche che ne proverebbero la loro presenza sul pianeta, almeno qualche millennio fa. Gli argomenti erano divisi in tre modalità espositive:
- “la comunità dei sostenitori della presenza aliena ritiene che…”
- “Potrebbe questo tale evento essere una prova della presenza di alieni?”
- “Il dottor Tale, ricercatore/giornalista/autore del libro… dice che…”.
Il primo modo di argomentare rinvia a una comunità, quella di coloro che già ci credono; è la forma più comoda e disimpegnativa: loro dicono così, non noi di History Channel, voi pensatela come vi pare. Il secondo modo è subdolo: di fatto si sostiene la tesi degli alieni, ma si pone l’asserto in forma dubitativa, che è un po’ come fare una domanda retorica. Il terzo modo mostra un tizio (autore di un volume sugli alieni, giornalista di non si sa che testata, o ricercatore non meglio precisato presso qualche Università) che fa affermazioni pro-alieni. Nessun noto professore di una qualche Università nota; anche il caso del ricercatore che ho visto (ricercatore di che? Boh?) faceva in realtà affermazioni abbastanza generiche e non impegnative, che acquisivano un senso pro-alieni solo nell’insieme delle altre dichiarazioni, e quindi grazie al montaggio del filmato.
Il problema è estremamente serio. Qui ho toccato solo alcuni punti chiave, ma ci si potrebbe intrattenere a lungo sulle varie forme di fallacie logiche, costruzione di falsità storiche, equivoci ripetuti all’infinito fino a diventar veri e compagnia danzante. L’ignoranza dilagante (non ripeterò le statistiche OCSE che ci condannano agli ultimi posti), il sospetto come stile di vita, l’ipersemplificazione che strategia di comprensione del mondo, si uniscono alla consapevole e colpevole costruzione di falsi come strategia di comunicazione politica; la politica della paura, la falsificazione consapevole per dirigere l’opinione pubblica e il populismo fanno il resto. Provate a discutere un qualunque argomento con un vero credente della bufala del giorno: è impossibile. La sua certezza nasce da un magma confuso di ideologia, avversione anti-sistema, ignoranza, ma ciò non viene percepito; la certezza del vostro interlocutore è granitica anche di fronte ai dati, fonti, evidenze che gli volete proporre; anzi, siete evidentemente parte del sistema asservito al Potere se non condividete la sua verità, e i vostri dati valgono esattamente – anzi un po’ meno – delle sue opinioni. Chiunque può avere un’opinione, che ormai vale esattamente quanto una competenza. Discutere sembra ormai inutile.
Quali siano i devastanti problemi conseguenti per una democrazia è inutile ripeterli qui.