Lessico della Tetra Repubblica: Fascisti

Tutte le parole si usurano se usate troppo spesso, da troppe persone, troppo impropriamenteFascismo è certamente una di queste, che ha già i suo settanta e più anni di ‘anti’ e gli oltre venti precedenti di ‘pro’… Quasi centenaria, la parola ‘fascismo’ significa oggi, principalmente, un sentimento. E prima che qualcuno pensi “eccone un altro che destra e sinistra non esistono più, ecco un altro buonista da strapazzo, eccone un altro e basta”, mi dichiaro subito ardentemente antifascista, sia per convinzione personale che per lunga tradizione familiare. OK? Così non avrete retropensieri sospettosi leggendo questo post.

Vi dispiace se, secondo una vecchia tradizione di questo blog, partiamo dalle definizioni? Perché se non definiamo ‘fascismo’ rischiamo di girare a vuoto.

Cos’è ‘fascismo’? Onestamente ci sono solo tre definizioni praticabili:

  1. il partito e poi il regime di Mussolini (1919-1945);
  2. tutti i regimi e le forme di governo strettamente ispirati a quello di Mussolini;
  3. un modo di essere, di vivere, di pensare i rapporti sociali ispirato alle idee fasciste, anche se minoritario e non in grado di governare.

Tolto il primo caso (che ovviamente è l’originale), ci sono diatribe storiche e filologiche già nella condivisione del secondo, nel senso che le distinzioni fra regimi (nel ‘900, per esempio: Portogallo, Spagna, Grecia) sono molteplici, per tacere poi delle differenze fra fascismo (italiano) e nazismo (tedesco) da molti accomunati sotto la generica e sbrigativa etichetta comune. E, sia chiaro, la questione non è di lana caprina: asserire, a titolo d’esempio, che la Bulgaria attuale è un regime fascista, è di una gravità assoluta; è vero? Come possiamo sopportare un regime fascista all’interno dell’Unione Europea? Non è vero? Allora cos’è? Autoritario, nazionalista, razzista ma non fascista, e quindi… Attenzione con le parole! Le parole sono micidiali e appiccicano idee dalle quali è difficile liberarsi. Per capire se è lecito dire che la Bulgaria (o la Spagna di Franco, o quel che vi pare), è fascista o no, occorre ragionare sul terzo punto. Esiste un ‘fascismo’ come sentimento, atteggiamento, comportamento? Una sorta di distillato ideologico-comportamentale che non riguarda più, necessariamente, il solo regime di Mussolini, o il gruppetto di regimi da lui ispirati, ma riguarda in modo trasversale le nostre società, come componente più o meno forte, più o meno vociante, più o meno pericolosa?

La mia idea è che sì, possiamo usare il concetto di ‘fascismo’ in una maniera ampia e trasversale.

Come scritto in un vecchio post, le caratteristiche salienti del fascismo (regime) furono:

Sotto il profilo storico-politico generale:

  • una situazione storica di crisi e trasformazione economica e sociale, con un coinvolgimento inedito delle masse fino a quel momento escluse dalla vita politica e il disorientamento delle classi medie (questa specie di precondizione ha avuto ovviamente declinazioni differenti per Italia, Germania, etc.);
  • accentuata inconsistenza ideologica del programma, sostanzialmente volto alla mobilitazione emotiva; contraddizioni e inconsistenza che diventano secondarie, grazie alla propaganda, rispetto a poche idee guida di carattere rivendicativo e complottista (il nemico esterno, i torti subìti…);
  • cristallizzazione organizzativa ed eliminazione della dialettica interna al partito, che diviene mero strumento di propaganda; intimidazione degli avversari;
  • estrema fluttuazione interna – indipendentemente dalla facciata apparente – e incapacità ad imporsi politicamente senza alleanze con settori delle élite dominanti;
  • conseguente accentuarsi di contrasti e rivalità interni, tenuti a freno dall’autorità legittimante del capo supremo:

Sotto il profilo dei comportamenti:

  • uso di rituali, simboli facilmente riconoscibili, uniformi…
  • forte intimidazione degli avversari (incluso l’assassinio) e perseguimento temporaneo di regole democratiche come via per il potere, regole poi annullate con l’instaurazione di un regime dittatoriale sostenuto con le armi;
  • nazionalismo esasperato, imperialismo colonialista, guerra come fondamento e cemento del Popolo unito contro i nemici esterni;
  • populismo ideologico ma, nei fatti, mantenimento di privilegi e di rigida divisione in classi sociali;
  • antisemitismo, razzismo, sciovinismo maschilista;
  • imposizione di un pensiero unico, interpretazione dei fatti storici, invenzione di un linguaggio ad hoc;
  • culto del leader, unica fonte di legittimazione, sede e simbolo dell’unità del popolo, unica autorità.

Ora, cortesemente, ditemi se non trovate delle macroscopiche similitudini fra questi tratti del regime fascista (1919-1945) e la situazione italiana (e non solo) contemporanea, e alcuni partiti in particolare, come la Lega e (molto meno, ma non così tanto meno) del M5S. Sì, certo, anche di casa Pound, Fronte Nazionale e altri gruppuscoli che – come si è visto alle ultime elezioni – non contano assolutamente nulla.

Il pericolo fascista, quindi, esiste eccome, ed è giusto che faccia paura, ma quali fascisti, esattamente? Io credo che la storia recente mostri che il fascismo nostalgico, quello dei manganelli, sia ormai solo un fenomeno di ordine pubblico. Ma veramente vi fa paura Gianluca Iannone e il suo manipolo di poche migliaia di iscritti che, malgrado soldi (troppi) e alleanze più o meno ambigue, ha preso una bella batosta alle ultime elezioni (e ricorderete la raffica di articoli pre-elettorali che paventavano chissà quale onda nera)? 

Il miglior risultato [di Forza Nuova], in coalizione con altre forze analoghe, l’hanno raggiunto nel 2004, quattordici anni fa, quando presero l’1,26% alle elezioni europee. E non va meglio Casa Pound che alle politiche del 2003 ha raccolto ben 47mila voti alla Camera dei Deputati, pari allo 0,14%, meno della metà di quanti ne prese la lista “Aborto? No, grazie” di Giuliano Ferrara nel 2008 (fonte).

Alle politiche di Marzo, ricordiamolo, CasaPound ha preso lo 0,94% e Forza Nuova (la lista si chiamava “Italia agli italiani”) lo 0,38 (alla Camera – fonte). Per carità, sono sempre troppi, ma veramente dobbiamo sprecare tempo a discutere di queste teste vuote, bulli che indossano un’ideologia abbondantemente sconfitta dalla Storia in ogni luogo dove ha tentato di imporsi? Io direi di no. Teniamoli d’occhio con i nostri apparati di sicurezza, che già abbondantemente li avranno infiltrati, e occupiamoci del dilagante fascismo vero.

Il “dilagante fascismo vero” è un distillato di quello descritto per punti sopra. La Lega, come già detto. Il M5S anche, sia pure in maniera più leggera. So bene che a molti l’accostamento 5 Stelle/fascismo non piace; e non mi voglio neppure ripetere, avendo scritto in diversi post perché sì, i grillini sono tendenzialmente fascisti (e per questo il loro naturale apparentamento è la Lega di Salvini); trovate il mio testo principale QUI, se avete voglia. Ora: l’eventualità – per ora solo sfiorata – di un governo Lega + 5 Stelle, questo sì mi terrorizza: demagogia, nazionalismo, leaderismo, razzismo, tentativi autarchici… Semmai senza manganelli e olio di ricino, e ci toccherà dirci fortunati… 

Ma se mettiamo da parte il folclore, se accettiamo una riduzione comportamentale non sfiorata da orpelli che avevano una ragione nel Ventennio, allora il fascismo è una dimensione personologica autoritaria e violenta, volta all’imposizione ideologica di una società classista, maschilista, narcisista dove il controllo sociale si estende al controllo delle idee, dell’arte, e di tutto quanto possa interferire con la volontà dei leader e col pensiero omologato, che è una necessità per ogni fascismo. Questo non è semplice autoritarismo, è di più; è anche un progetto, una politica, una bandiera sotto la quale organizzare un consenso perverso, è soprattuto un linguaggio, quello dell’omologazione. E’ per questo che mi permetto di dire che c’è molto fascismo che erode spazi di democrazia. La democrazia è confronto, inclusione, convivenza e compromesso; il fascismo è imposizione, esclusione, lotta e intransigenza. Anche a sinistra c’è fascismo, quindi. Mica poco! Anche nelle lotte sindacali c’è fascismo, nelle femministe intransigenti ce n’è in abbondanza, in tutti gli autoproclamati buoni che lottano per diritti che ritengono giusti ma lo fanno a suon di bastone e di intolleranza.

Bello quindi il 25 Aprile e giustissimo celebrarlo. Viva il 1° Maggio dei lavoratori. Viva tutto quello che vi pare, ma lavoriamo contro il fascismo reagendo al fascio-leghismo, al fascio-grillismo, al fascio-comunismo, al fascio-liberismo, al fascio-femminismo, a tutte le metastasi autoritarie, esclusive, omologatrici che stanno prendendo il sopravvento, il fascismo del finto buon senso, dell’ignoranza eversiva, degli odiatori seriali, dei leoni da tastiera e di quanti non accettano alcun confronto.

(Taccio sulla Romania. E sulla Turchia. E la Russia, il Venezuela, Cuba, Egitto…).