Asia Argento, ovvero: la separazione dell’Io dal Noi (dove si parla solo un po’ di Asia Argento e molto di tutti noi)

La mia antipatia per Asia Argento e il movimento #metoo è nota a chi ci legge (in fondo ricorderò i vecchi post). Considerando la mia storia personale in tema di rapporti di genere e considerazioni “femministe” (anche queste ampiamente pubblicate su HR) la mia duplice posizione appare contraddittoria solo a chi non riesce ad uscire da schemi dogmatici, e sono grato a tante donne (amiche, blogger, giornaliste…) che sanno a loro volta distinguere e mi danno la forza di essere ancora una volta politicamente scorretto su un tema dove il pubblico ludibrio è lì a due passi, assieme alle altre “amiche” di Facebook che ti abbandonano o che ti costringono ad abbandonare per insopportabilità del pensiero corto, dal respiro corto, che coglie tutti (maschi e femmine) quando spengono il cervello per sposare una “buona causa” (quelle che fanno indossare magliette, fanno scrivere “Je Suis…” e cose simili).

Schermata 2018-08-20 alle 16.56.14Tutta questa tirata per ripartire da Asia Argento che – notizia fresca – ha sborsato 380.000 dollari per mettere a tacere uno scandalo sessuale a rovescia: lei avrebbe approfittato di un giovane minorenne (tutta la cronaca QUI). Non mi risultano sue dichiarazioni, e l’articolo (linkato) sul Post spiega il perché. Quindi: l’approfittata è stata profittatrice; la vittima è stata carnefice. Prego tutti i lettori di non replicare che “è diverso”. Certo che ogni fatto è diverso dagli altri, ma cercare di minimizzare se la vittima è un uomo mi pare – oltre che meschino – molto poco acuto dal punto di vista di una prospettiva di genere e, dico di più, di una prospettiva umana.

Il fatto poi che esploso il caso #metoo anche in Italia, grazie soprattutto ad Argento (ricordate il linciaggio pubblico di Brizzi, poi assolto “per non aver commesso il fatto”, tanto per dire…) abbia avuto come esito un suo contratto con Sky per fare la giudice di X Factor (che per questa ragione non guarderò neppure sotto tortura), sarà un caso, sarà una coincidenza fortuita o, come penso io, è stato un tragico scivolone dei responsabili del programma; e comunque anche la molestia paga, a quanto pare (e non sembra che Argento non sia stata ampiamente ripagata).

Toltomi il sassolone dalla scarpa vado ora diritto al punto, che riguarda il tentativo, vagamente psico-sociologico, di capire la stupidità umana. Perché se lo guardate da questo punto di vista, il comportamento di Argento è stato proprio stupido: sollevare un polverone vittimistico, con al centro se stessa, con tali scheletri nell’armadio, beh… diciamo almeno che è stato incauto? Sprovveduto? Un filino doppiopesista? Questo è il tema. Il tema che va ben al di là delle meschinerie cammuffate nel #metoo; il fatto cioè che il doppio peso, la doppia morale, è un comportamento normale. I politici gay contro gli omosessuali, i pluridivorziati strenui difensori della famiglia, i collusi con ambienti poco raccomandabili paladini di una legalità fatta di chiacchiere, i liberisti di fatto socialisti a parole e viceversa, sembra che non debba mai necessariamente esserci una continuità fra ciò che si è e ciò che si dice di essere. Questa scissione di significati è straordinariamente interessante sotto il profilo dell’analisi sociale e politica; peccato che sia anche straordinariamente drammatica nelle conseguenze.

Più volte, qui su HR, abbiamo indicato questa… decadenza? ‘Decadenza’ implica un giudizio di valore, e quindi potrei cercare di essere più neutro. Allora: questo approdo, questo (momentaneo) punto di arrivo della nostra società, del nostro “essere comunità”, del nostro agire sociale, a me pare caratterizzato in questo modo:

  • perdita dei legami sociali forti e affermarsi di legami sociali deboli (ne abbiamo trattato QUI);
  • conseguente “perdita del futuro”, nel senso di incapacità a sentirsi immersi in un fluire storico (i nostri avi, poi i nostri padri, oggi noi, domani i nostri figli…) (ne abbiamo trattato nel post precedente, e anche QUI, poi QUI, e più approfonditamente QUI);
  • forte edonismo, narcisismo, egotismo, enfatizzato da mode, programmi televisi, comportamenti mimetici e omologati (questo è interessante: siamo omologati ed esaltiamo l’ego…).

Questo sommario e rozzo elenco definisce in modo breve il nostro punto di arrivo, che è la separazione dell’IO dal NOI; la nostra vita è sempre più abbarbicata alla narcisistica rappresentazione di io, me, sono, voglio, posso. Viviamo all’interno di noi stessi, sovrani assoluti del giudizio su noi medesimi; noi abbiamo bisogni e desideri; noi abbiamo necessità con tutta evidenza primarie rispetto alle (analoghe) altrui; noi siamo, noi desideriamo, noi pretendiamo. Gli altri sono elementi dello sfondo, sono gregari dell’epica rappresentazione di noi stessi. Mentre scrivo mi viene in mente un esempio eclatante, un piccolo fatto che alcuni forse ricorderanno: un tale, l’agosto scorso, parcheggiò in uno stallo per disabili e si beccò una multa; pieno di rabbia, il colpevole affisse un cartello:

a te handicappato che ieri hai chiamato i vigili per non fare due metri in più vorrei dirti questo: a me 60 euro non cambiano nulla ma tu rimani sempre un povero handicappato … sono contento che ti sia capitata questa disgrazia! (fonte).

Cos’è frullato in testa a quell’idiota che, badate bene, ha scritto il cartello al computer, stampato, e affisso; voglio dire: ci ha speso tempo, energie, sempre dominato da questa rabbia di essere stato multato… essendo in torto!

Ecco, siamo fatti così: posteggiamo in doppia fila perché abbiamo assolutamente bisogno, solo un attimino; guai se lo fanno gli altri bloccandoci, questi stronzi che mi bloccano, proprio a me che ho fretta!. Passiamo avanti nella fila, scusi scusi ho un urgenza, IO! Ma prova tu a passarmi davanti e ti stendo. Faccio un piccolo abuso edilizio, ma una sciocchezza, a me serve, e poi a te che te ne frega? Certo che se tu, brutto bischero che mi stai davanti, sopraelevi e mi togli il panorama, sta’ tranquillo che una bella denuncetta anonima non te la leva nessuno…

Siamo tutti Marchesi del Grillo, rammenterete la celebre battuta. Riusciamo, e non sempre, e a fatica, a includere la famiglia, qualche amico particolare con legame clanico… ma sempre tutto visto in comoda poltrona da un osservatorio dentro noi stessi.

Abbiamo perso un antico e fondamentale senso del vivere assieme, della comunità, della civicità, che non significa non riuscire, a volte, a esprimere generosità e vaga solidarietà.

Come tutto ciò si riversi, con danni incontenibili, nella politica, nello sviluppo armonico della nostra patria, credo non ci sia bisogno di dirlo.

Risorse:

Il punto di vista di Hic Rhodus sulle donne e la parità di genere.

Il corpo delle donne è il problema?

Forme di violenza

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